Catalogna, addio all’indipendenza?

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di Salvo Barbagallo

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Catalogna, addio all’indipendenza? Di certo un futuro con risvolti non prevedibili, dopo che l’Alta Corte di Spagna ha accolto il ricorso presentato da Madrid alla dichiarazione d’indipendenza del Parlamento di Barcellona approvata il 9 novembre scorso. A Barcellona la mozione era stata approvata con i 72 voti della maggioranza indipendentista, contro i 63 degli altri partiti. In contrapposizione era giunta subito la reazione del Governo nazionale di Mariano Rajoy che aveva presentato un ricorso proprio alla Corte costituzionale. Da allora la decisione del governo catalano risultava sospesa in forma cautelare. La pronuncia della Corte Costituzionale era prevista entro 5 mesi e invece la conclusione è stata espressa in tempi brevi con l’unanimità del voto degli 11 giudici dell’Assise.

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Artur Mas
Artur Mas

Quali saranno adesso le reazioni dei Catalani non è facile prevedere, anche se era scontato e inevitabile che Madrid si ponesse contro le istanze popolari di una collettività che vuol decidere sul proprio destino ed essere “indipendente” Il governo catalano ha sempre agito su posizioni di “muro contro muro”, e non di “obbedienza”: una continua sfida aperta, affermando senza possibilità di equivoci, come in precedenza aveva dichiarato il portavoce della Generalitat, Neus Montè, che “Obbediamo e obbediremo al parlamento sovrano catalano”. Neus Montè è stato già esplicito, sottolineando che la Consulta non riuscirà a mettere il “bavaglio” per sopprimere il “desiderio di libertà e di democrazia” della Catalogna. Altrettanta determinazione da parte della Corte Costituzionale che aveva avvertito i dirigenti della Catalogna paventando la loro sospensione e la possibilità di essere incriminati per “disobbedienza” con l’accusa di “sedizione” e “ribellione”, reato che prevede condanne fino a 25 anni, se non desistono dalla loro azione. Misura che può essere applicata dopo il pronunciamento dell’Alta Corte Costituzionale. Ora le strade che si presentano sono solo due: la sospensione dell’autonomia della Catalogna (articolo 55 della Costituzione) o colpire direttamente il presidente  del Parlamento Catalano Artur Mas, in base a una nuova legge votata recentemente dal Partito Popolare.

CATAL’unità del Paese è stabilita dalla Costituzione spagnola – approvata durante la transizione fra dittatura e democrazia nel 1978 – che non consente la secessione di una parte del territorio nazionale, mentre gli indipendentisti fanno riferimento allo “stretto rispetto” delle decisioni del Parlamento catalano che è “sovrano”. Una situazione incandescente tenuto conto che la Spagna in questo mese di dicembre va al voto legislativo, e la crisi costituzionale tra Madrid e Barcellona sicuramente sarà al centro di una campagna elettorale esasperata. In questo breve periodo può accadere di tutto.

Comunque andrà a finire, resta la “lezione” che la Catalogna ha offerto e offre.

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